Mal di Testa: tipologie, diagnosi, cure e rimedi

Mal di Testa: tipologie, diagnosi, cure e rimedi

La cefalea o mal di testa, è una condizione frequente e difficile da trattare per molti medici, sia a livello di cure primarie che di assistenza specialistica. Una volta escluse le cause gravi di cefalea (es. infezione, tumore, emorragia, arterite), il maggior impatto sanitario e sociale riguarda le cefalee primarie (cefalea a grappolo, emicrania, cefalea di tipo tensivo) e le cefalee da abuso di farmaci.  Ne soffrono oltre 10 milioni di italiani.

 

 

 

Classificazione

È possibile suddividere il mal di testa in: cefalee primarie e secondarie.

Cefalee primarie

Le cause della cefalea primaria non sono sempre specifiche ed identificabili nell’immediato. Nella maggior parte dei casi, sono legate a fattori ambientali, a scorrette abitudini di vita o a reazioni ormonali.                                                                                                                                             Le più frequenti sono:

  • l’emicrania
  • la cefalea tensiva
  • la cefalea a grappolo

 

Cefalee secondarie

La cefalea secondaria è un sintomo di altre malattie dell’encefalo (infiammazioni, infezioni, malformazioni vascolari, tumori) e della colonna cervicale. La diagnosi del mal di testa viene formulata in primo luogo attraverso un’accurata raccolta di dati clinici e un esame neurologico. La TAC encefalo è di prassi. Mentre la RM encefalo e l’Angio RM encefalo, sono utili per escludere forme di cefalee secondarie.

 

Emicrania

Che cos’è l’emicrania?
L’emicrania si manifesta nel 10-15% della popolazione ed interessa frequentemente il sesso femminile(70%). L’età di esordio è più spesso nella pubertà.

Si presenta con un dolore prevalentemente pulsante che interessa più spesso una metà del cranio, un dolore di grado medio o grave, che compare solitamente in modo acuto senza prodromi (emicrania senza aura). A volte è preceduta da sintomi quali disturbi visivi o del campo visivo (comparsa di immagini scintillanti, amputazioni del campo visivo) oppure parestesie (formicolio all’emivolto o a mano o più arti a volte con disturbi di forza transitori).

In questo caso si definisce emicrania con aura. Il dolore si accompagna a fotofobia, fonofobia, nausea e, a volte, vomito. È intensificato dall’attività fisica. La durata può essere di alcune ore fino a due o tre giorni.

 

Quali sono le cause dell’emicrania?

Le cause dell’emicrania sono sconosciute. Sicuramente è presente una predisposizione genetica(molto frequenti le forme familiari), mentre un ruolo importante sembra essere svolto dall’attività ormonale, anche con insorgenza in età puberale. Un netto aggravamento è dovuto all’uso di farmaci estroprogestinici (anticoncezionali) o durante le mestruazioni.

Altri fattori che possono aggravare l’emicrania sono lo stress, l’uso di alcuni farmaci vasodilatatori, l’abuso di caffeine (piccole dosi migliorano invece l’attacco emicranico) e alcuni cibi (formaggi fermentati, cioccolato, noci o alcolici, in particolare vino rosso).In gravidanza e in menopausa, avviene un netto miglioramento o addirittura la scomparsa dell’emicrania.

 

Cefalea muscolo tensiva

Cos’è la cefalea tensiva?

La cefalea tensiva rappresenta la forma più comune e relativamente meno dolorosa di cefalea primaria. Può presentarsi in qualsiasi momento della vita ed è quasi sempre associata a periodi di intenso stress.

Quali sono i sintomi della cefalea tensiva?

La cefalea tensiva si manifesta con dolore diffuso, più spesso costrittivo o urente (sensazione dolorosa di bruciore). Non si associa a fotofobia (eccessiva sensibilità alla luce), non si accompagna a nausea o vomito. Il dolore è aggravato da situazioni stressanti o dal rumore e l’intensità è lieve o media.La durata può essere anche di più giorni.

 

Cefalea a grappolo

Che cos’è la cefalea a grappolo?

La cefalea a grappolo compare soprattutto nell’età adulta, interessa soprattutto il sesso maschile ed è caratterizzata da crisi frequenti che possono ripetersi per mesi, per poi lasciare un periodo di benessere più o meno lungo (grappoli o clusters).

Il dolore è sempre molto intenso (cefalea da suicidio), interessa solitamente la zona temporale ed una metà del volto. Si accompagna a congestione della congiuntiva (mucosa dell’occhio) e della naricedel lato interessato, può avere carattere pulsante ma più spesso trafittivo.Gli episodi possono avere una durata variabile, da 15 minuti a 3 ore.

 

Quali sono le cause della cefalea a grappolo?

La cefalea a grappolo insorge in seguito a una eccessiva vasodilatazione. Le cause restano però ancora sconosciute.Sembra che l’attacco emicranico sia generato dalla stimolazione di una parte dell’encefalo (ipotalamo) o da un malfunzionamento del ganglio sfenopalatino e dall’uso di alcuni farmaci. La maggior parte dei pazienti sono fumatori.

 

Terapia per l’emicrania

Per crisi poco frequenti (meno di tre/quattro volte al mese), la terapia contro l’attacco emicranico (o terapia sintomatica) è basata sull’uso di farmaci antinfiammatori. Attenzione all’abuso di antinfiammatori che può cronicizzare l’emicrania.Per attacchi di media o alta gravità, si ricorre afarmaci specifici (triptani). Questi farmaci devono essere assunti all’insorgenza dell’attacco.Se le crisisono più frequenti, deve essere impostata una terapia profilattica mediante l’uso di farmaci che riducono la frequenza degli attacchi: beta-bloccanti, calcio antagonisti, antiepilettici (topiramato, acido valproico).

 

Terapia per la cefalea a grappolo

I comuni antinfiammatori non sono efficaci. Mentre sono indicati itriptani, l’inalazione di ossigeno e i derivati dell’ergotamina.

La profilassi è basata sull’uso di calcio-antagonisti, carbonato di litio, antiepilettici (acido valproico o topiramato) e prednisone.Ovviamente, queste terapie devono essere utilizzate solo su prescrizione dello specialista dopo attenta valutazione, a causa della possibile insorgenza di effetti collaterali importanti.

Consigli comportamentali per prevenire la cefalea

Le sigarette sono nemiche delle persone affette da mal di testa: la nicotina accentua, infatti, la vasodilatazione ed il monossido di carbonio che penetra nell'organismo entra in circolo con il sangue, diminuendo l'afflusso di ossigeno a tutti i tessuti, cervello compreso.
Una vita sana e regolare aiuta a prevenire il mal di testa, soprattutto se si è già predisposti a questo disturbo. Riveste molta importanza la gestione della propria giornata: un riposo notturno soddisfacente e dalla durata proporzionata alle nostre effettive esigenze (mediamente sulle 8 ore di sonno) permette di affrontare la giornata in modo positivo e rilassato. Bisogna rispettare orari regolari di addormentamento e di sveglia, così da regolare in modo giusto l'orologio biologico interno. Dormire troppo o troppo poco rispetto alle proprie esigenze, infatti, è un fattore che influisce sui ritmi biologici, alterando la produzione ormonale e, in generale, tutto l'equilibrio dell'organismo. Condizione che può condurre facilmente ad un attacco di mal di testa.
Molte persone, infatti, pur non denunciando un mal di testa "regolare", presentano questo disturbo il giorno dopo essersi addormentate più tardi rispetto all'orario solito; vi è poi una cefalea che compare nel fine settimana, quando cambiano gli orari e le abitudini tenuti solitamente durante tutta la settimana.

Anche le bevande alcoliche possono scatenare il mal di testa, proprio perché l'alcol ha proprietà vasodilatatorie; per chi è già sofferente di cefalea, può bastare anche solo una modica quantità di alcol, per cui è consigliabile astenersi completamente dall'assunzione di alcol, anche se durante certe occasioni si può essere tentati di "fare uno strappo alla regola". Diverso il caso di quei mal di testa dovuti ai postumi di una ubriacatura, disturbo che si presenta, in genere, il giorno dopo: i metodi classici per 'smaltire la sbornia' (bere caffè, correre, mangiare miele) possono persino peggiorare il mal di testa; la cosa migliore è rilassarsi e aspettare che passi, dato che ci penserà autonomamente il fegato a rimediare alla situazione (quest'organo è in grado di smaltire mediamente 0,15 grammi di alcol per ogni chilo corporeo).

 

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